- Versione
- Download 1
- Dimensioni file 51.06 KB
- Conteggio file 1
- Data di creazione 14 Settembre 2007
- Ultimo aggiornamento 7 Maggio 2023
Inquinamento disastroso da diossine nella zona di Brescia a sud della Caffaro. C’è un responsabile?
Dopo le improvvide considerazioni dell’Arpa, sull’origine “non univoca” dell’inquinamento che ha colpito anche i terreni agricoli tra la Noce e Fornaci (Arpa di Brescia, Caratterizzazione dei suoli agricoli del 22 maggio 2007), è necessario riprendere il tema delle responsabilità del disastro ambientale di cui trattasi. Anche perché a Brescia, come altrove, su questo piano le reticenze sono enormi. E parlare di reticenze è un eufemismo nel caso delle dichiarazioni alla stampa dell’ineffabile nuovo Direttore dell’Arpa, che ha voluto andar oltre le ambigue, ma prudenti, conclusioni scritte della sua relazione del 22 maggio 2007:« “Tutti [i campioni] – sottolinea Dalmiglio – hanno superato la la tabella dei limiti di legge, ed è emerso che anche in questo territorio ci sono alterazioni molto variegate, che non si possono mettere in correlazione con le rogge”. Il che vuol dire che l’inquinamento da PCB e diossine c’è, ma non si può dire che sia in diretta relazione con la Caffaro» (MI. VA., “Congelate” otto cascine, “Bresciaoggi”, 7 agosto 2007). In questo clima, il procedimento in sede penale corre il rischio di fermarsi ancor in fase istruttoria, anche perché neppure il Comune di Brescia non si sarebbe opposto alla richiesta del Gip di archiviazione. Lo stesso Comune di Brescia, più volte sollecitato, non ha mai avviato alcuna azione di risarcimento danni nei confronti della Caffaro, azione intentata solo da un gruppo di cittadini inquinati. L’Arpa, di recente, con la nuova Direzione, come si è visto, sembrerebbe offrirsi come sponda a questa sostanziale inazione degli Enti pubblici. Va detto che si tratta della nuova Direzione dell’Arpa che ha chiuso senza alcuna motivazione plausibile l’unica centralina esistente a Brescia per la rilevazione della qualità dell’aria in zona di traffico, tra l’altro, l’unica adiacente alle più importanti fonti di emissioni industriali (inceneritore e centrali Asm, Alfa Acciai, Ecoservizi).
La stessa nuova Direzione che si rifiuta di rendere pubblici dati ambientali significativi.