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- Data di creazione 25 Maggio 2018
- Ultimo aggiornamento 10 Maggio 2023
Documentazione allegata alla denuncia UE. Riferimenti dettagliati alla documentazione a supporto dei fatti contestati
Disattesa colpevolmente dall’Autorità competente la prescrizione Ue “Chi inquina paga”.
Come già rilevato nella denuncia del 23 aprile 2012 , quando a partire dal 2002 emerse con chiarezza il disastro ambientale del Sin Brescia-Caffrao, l’Autorità competente non aveva compiuto alcuna azione tesa a richiedere al responsabile di tale disastro, ovvero Snia Spa con il proprio operatore nel settore chimico Caffaro Srl, il risarcimento dei danni e degli oneri per la bonifica.
L’Autorità competente non fece nulla neppure quando nel 2003 si era profilata la scissione dal gruppo Snia-Caffaro del ramo delle tecnologie biomedicali, Sorin, ricollocato in borsa il 2 gennaio 2004, come nuova società autonoma. In questa operazione era possibile prevedere un abbandono di Caffaro, oberata dallo stato di grave inquinamento, su di un binario morto, binario che effettivamente la porterà al fallimento nel 2009, rendendola, quindi, insolvibile ed incapace a far fronte al danno ambientale a suo tempo provocato. Questa mancanza di iniziative da parte dell’Autorità competente, quando Snia Caffaro era ancora solvibile, è tanto più censurabile in quanto vi erano stati espliciti allarmi da parte dei cittadini organizzati nel Comitato contro l’inquinamento zona Caffaro, indirizzati in particolare al Comune di Brescia. (https://www.ambientebrescia.it/CaffaroComune.html ;
https://www.ambientebrescia.it/CaffaroLiquidazione.pdf ).