Le autorità bresciane e il “Caso Caffaro”. Conflitti d’interessi e fanfaluche


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  • Data di creazione 30 Novembre 2001
  • Ultimo aggiornamento 7 Maggio 2023

Le autorità bresciane e il “Caso Caffaro”. Conflitti d’interessi e fanfaluche

Avv. Giuseppe Onofri, vicesindaco di Brescia
conflitto d’interessi: è l’assessore che cura gli interessi del Comune in Asm, cioè decine di miliardi che il Comune ricava dal più grande inceneritore d’Italia, collocato ai margini sud-est della “zona Caffaro”, che scarica PCB e diossine su un terreno con valori medi di PCB 67 volte oltre i limiti, e in una zona, la Noce, addirittura 253 volte oltre i limiti e con le diossine 3 volte oltre i limiti.

(“Giornale di Brescia” 14 agosto 2001)
‘Siamo contrari al terrorismo di agosto […] i dati vanno letti con cognizione di causa e, comunque, la salute dei cittadini non è minacciata. [fa poi riferimento al decreto Ronchi , che fissa come un valore massimo di concentrazione di PCB nel terreno un millesimo di milligrammo per kg nelle zone residenziali e 5 mg in quelle industriali e commerciali. Nda] E poiché non posso pensare che il legislatore non abbia a cuore la salute anche dei lavoratori dell’industria e del commercio, debbo dedurne che questi indici hanno una valenza molto, molto problematica’

(“La Repubblica” 14 agosto 2001)
‘L’intera Lombardia è nella condizione di Brescia, la soglia di 0,001 milligrammi è stata imposta nel ’99 dal decreto Ronchi e persino su Montecampione dove non ci sono industrie, questo limite viene superato. […] Prima di Ronchi si seguiva una normativa della Regione, in base alla quale […] era consentita una quantità di PCB 12.5000 volte superiore all’attuale’

(“Bresciaoggi” 14 agosto 2001)
‘Disinnescare la bomba d’agosto […] evitare allarmismi ingiustificati e equazioni Brescia-Seveso’

Dott. Ettore Brunelli, assessore all’ecologia del Comune di Brescia
conflitto d’interessi: Tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta come medico del lavoro dell’Asl, Unità operativa salute luoghi di lavoro ha seguito direttamente la Caffaro.

(“Bresciaoggi” 7 settembre 2001)
“Brunelli […] si è detto molto dispiaciuto per la preoccupazione ingenerata dall’indebito accostamento ‘abitare nei dintorni della Caffaro – rischio d’insorgenza di tumori’

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