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- Data di creazione 16 Maggio 2021
- Ultimo aggiornamento 16 Maggio 2023
Le principali emergenze ambientali del Bresciano in pillole (amare)
Scheda 1 Sito inquinato di interesse nazionale Brescia-Caffaro, “scoperto” nel 2001
Il sito industriale
Un estensione di 110.000 m2, a meno di 1 km dal centro storico, con una zolla di terreno indagata fino a 30 m di profondità, pari a circa 5 milioni di tonnellate, contaminata da arsenico, mercurio, solventi clorurati, DDT e da PCB fino a 69.000 mg/kg (limite 5 mg/kg) e da diossine fino a 325.000 ngTEQ (limite 100 ngTEQ). Anche la falda sottostante è inquinata da arsenico, mercurio, solventi clorurati e PCB, per cui una barriera idraulica con emungimento e depurazione dell’acqua deve essere sempre attiva per la tenuta in sicurezza della falda, anche se non del tutto efficiente. Dallo scarico idrico, nei decenni scorsi, sono uscite in ambiente a sud circa 150 tonnellate di PCB e diverse centinaia di kg di diossine, ma in misura molto minore continuano ad uscire ancora oggi.
L’azienda, subentrata nel 2011 per gestire pochi impianti, ha cessato agli inizi del 2021. Lo stabilimento è stato sequestrato dalla Magistratura per un’indagine di disastro ambientale il 9 febbraio 2021.