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- Data di creazione 31 Agosto 2004
- Ultimo aggiornamento 7 Maggio 2023
Nota sulla valutazione del rischio per l’esposizione derivante dalla contaminazione del suolo nel Comune di Brescia limiti per i PCB DM 471/99
La questione dei limiti dei PCB a Brescia è da tre anni tema di controversia, in particolare da parte del Comune: già il 14 agosto del 2001, all’indomani della pubblicazione dell’inchiesta de “la Repubblica” che fece scoppiare il “caso Caffaro”, il vicesindaco di Brescia, probabilmente ispirato dai propri consulenti tecnici, puntò l’indice sui limiti del DM 471/99 perché assurdamente bassi: “la soglia di 0,001 milligrammi è stata imposta nel ’99 dal decreto Ronchi e persino su Montecampione dove non ci sono industrie, questo limite viene superato. […] Prima di Ronchi si seguiva una normativa della Regione, in base alla quale […] era consentita una quantità di PCB 12.5000 volte superiore all’attuale’”.
Effettivamente con il limite stabilito dalla Regione Lombardia il gravissimo inquinamento di cui trattasi avrebbe continuato ad essere occultato, ammettendo come norma una situazione tale da determinare una continua contaminazione umana da PCB e diossine (come in seguito verrà evidenziato). Per non dire che gli alti livelli di PCB che si dice siano stati riscontrati a Montecampione, potrebbero derivare dalla prassi di stabilizzare le nuove piste da sci con paglia irrorata con bitume (residuo della raffinazione del petrolio, normalmente additivato con altri rifiuti come agenti “flussanti”).