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- Data di creazione 31 Luglio 2015
- Ultimo aggiornamento 2 Maggio 2023
Polveri sottili ed effetti a breve termine sulla salute nell’ASL di Brescia
Evidenze crescenti mostrano che all’esposizione a inquinanti presenti nell’aria che respiriamo nell’ambiente di vita si possono attribuire quote importanti della morbosità e mortalità per neoplasie, malattie cardiovascolari e respiratorie: ciò è dovuto sia ad effetti a lungo termine (cronici) che a breve termine (acuti). Nel 2013 la IARC ha classificato l’inquinamento atmosferico ed il particolato come “cancerogeni per l’uomo” (Gruppo-1) in particolare per il tumore al polmone.
Secondo le stime dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la maggior parte dei decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico1 è dovuto ad infarti cardiaci, ictus e patologie respiratorie e “solo” il 6% di queste morti è dovuto al tumore polmonare.
Per quanto riguarda gli effetti a lungo termine gli ultimi studi a livello europeo2 hanno evidenziato come le polveri sottili (PM2,5) siano tra le più pericolose per la salute: ad ogni loro aumento di 5 µg/m³ corrisponde un significativo incremento del rischio di mortalità anticipata del 7%, indipendentemente dal fatto che l’esposizione si collochi sotto i diversi limiti stabiliti o raccomandati.
Secondo le stime VIIAS3 nella provincia di Brescia nel 2010 vi sarebbero stati 554 decessi attribuibili al PM2,5 in calo rispetto ai 631 stimati per il 2005.