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- Data di creazione 7 Febbraio 2003
- Ultimo aggiornamento 7 Maggio 2023
Il caso Caffaro: insieme ai PCB le diossine
Con Luigi Mara, già nel corso della ricerca sulla storia della Caffaro, avevamo ipotizzato che dai processi produttivi della stessa fossero uscite anche diossine (Cfr. M. Ruzzenenti, Un secolo di cloro e PCB. Storia delle industrie Caffaro di Brescia, Milano, Jaca book, 2001, pp. 229-231 e pp. 564-565). L’affermazione era allora suffragata da due soli dati analitici relativi ai suoli campionati per “fare il bianco” prima dell’installazione dell’inceneritore Asm, i “loci” della Noce e del cimitero Vantiniano, ambedue potenzialmente interessati alle emissioni Caffaro, in cui le diossine superavano il valore limite di 10 ng/kg previsto dal D. M. 471/99.
Il Comitato popolare contro l’inquinamento zona Caffaro ed il Comitato scientifico che lo assiste hanno fin dal settembre 2001 insistito perché si allargasse la ricerca alle diossine (Va ricordato che il Comune varò il primo piano di caratterizzazione del sito Caffaro senza chiedere indagini sulle diossine, che il primo Piano d’indagine dell’Arpa originariamente prevedeva che le diossine venissero cercate solo in un 10% dei campioni e che l’Asl, sul versante sanitario, per oltre un anno ha trascurato quasi del tutto questo aspetto).